LA STORIA DI SAN CIPRIANO
L'ORATORIO
Non si conosce l’epoca precisa della sua fondazione, ma si può ritenere che risalga al secolo XIV. Fin dal secolo XIII il movimento penitenziale dei “Flagellanti” diede origine a numerose confraternite, le quali costituivano, come sede propria, un oratorio. Le Parrocchie importanti, specialmente le Pievi, avevano l’oratorio, chiamato anche “casaccia”, sede della confraternita locale. La Confraternita e l’oratorio di San Cipriano si chiamavano dei “disciplinati” e furono posti sotto il titolo e l’invocazione della Santa Croce. In origine doveva essere un oratorio di assai modeste dimensioni. Nel 1531 venne chiuso e rimasto abbandonato per circa un centinaio di anni; la peste del 1528 aveva reso quasi deserta la Parrocchia e i pochi confratelli sopravvissuti si unirono a quelli dell’oratorio di Pontedecimo. Nel 1626 essendo di nuovo aumentata la popolazione, venne concessa la licenza, da parte del Vicario Generale dell’Arcivescovo, di riedificare il distrutto Oratorio congiunto alla Chiesa Parrocchiale. L’oratorio fu ingrandito nel 1767 e portato alle dimensioni e alla forma attuale. Nel 1845 poi fu fabbricata dai confratelli, con il contributo dei parrocchiani di San Cipriano, la casa che sorge contigua all’Oratorio. Questa casa, composta da due piani era occupata in parte dalla Confraternita e in parte serviva da abitazione del curato della Chiesa Parrocchiale. Per questa ragione la Fabbricaria pagava all’Oratorio un modesto affitto annuo. L’Oratorio aveva una sola porta laterale; l’Arciprete Bonfiglio ne aperse una più comoda e ampia nella facciata. Possiede un solo altare di cotto, intitolato alla Santa Croce, e un’ampia sacrestia. Ha la volta decorata con ornati e simboli di buon gusto. Non mancano i pesanti Cristi, fra i quali è molto bello ed espressivo l’antico, attribuito al Maragliano. Antichi fanali di squisita fattura, mazze sormontate da artistiche figure dei Santi in argento, preziose cappe e cappini di seta, di velluto, con i ricami aurei ricchissimi e medaglioni d’argento, formano la dotazione artistica della Confraternita e rendono testimonianza dell’amore portato all’arte dagli antichi confratelli.