L'ORGANO
AUTORE: Cavalli Gaetano
ANNO DOMINI: 1910
ANNO DI RESTAURO: 2012 a Cura della Ditta Fratelli Marin
Organo Gaetano Cavalli di Lodi 1910 opus n° 410.
Organo a trasmissione meccanica per le tastiere e il pedale; meccanico - pneumatica per i registri e prime ottave di alcuni registri e parte delle canne di prospetto.
Due tastiere cromatiche di 58 tasti (DO1 - LA5) ricoperti in osso ed ebano.
Pedaliera diritta di 27 pedali (DO1 - RE3) reale.
Sopra la pedaliera 9 pedaletti metallici per: Accoppiamento I tastiera pedale - Accoppiamento II tastiera pedale - Fortissimo Eco - Ripieno Grand´Organo - Fortissimo Grand´Organo - Crescendo Decrescendo generale - Espressione - Unione tastiere - Accoppiamento Ottava Grand´Organo.
Pedali per: Crescendo/Decrescendo generale - Espressione.
Somiere del Grand´Organo e Organo Espressivo del tipo a vento.
Registrazione:
Grand´Organo
Principale 8´
Tromba 8´
Corno a pistone 8´
Bordone 8´
Gamba 8´
Dolciana 8´
Flauto 4´
Eolina 4´
Pieno 4 file
Pieno 2 file
Quindicesima 2´
Duodecima 2´ 2/3
Ottava 4´
Principale 16´
Organo Espressivo
Oboe 8´
Voci Corali 8´
Salizionalino 4´
Ripieno 2 file
Quindicesima 2´
Ottava Fugara 4´
Concerto Violini 8´
Viola d´Amore 8´
Principalino 8´
Flauto 8´
Pedale
Contrabbasso 16´
Basso d´amonia 8´
Violoncello 8´
Violoncello 16´
Collaudo dei lavori di restauro - a cura del M° Luca Ferrari.
Il giorno 15 settembre 2012 alle ore 21, si è tenuto il Concerto inaugurale del restaurato organo di Gaetano Cavalli di Lodi, costruito nel 1910 e collocato nella Parrocchiale dei Santi Cornelio e Cipriano, in San Cipriano di Serra Riccò (Genova). I lavori sono stati eseguiti sotto l’attenta e meticolosa cura della ditta organaria “Marin” di Lumarzo (Genova) che ha ridato “vita” ad uno strumento di grandi dimensioni e interesse dal punto di vista fonico e storico.
Lo strumento, collocato in cantoria sul portale d’ingresso, si presenta maestoso ed imponente, racchiuso in una splendida cassa lignea dorata.
La fonica dello strumento è molto buona, grazie ad un sapiente lavoro di intonazione dei singoli registri i quali mostrano una loro bella personalità.
Fatto alquanto straordinario, in questo genere di strumenti, è la presenza di ben due ripieni, collocati nei due corpi d’organo presenti; questo consente di poter eseguire con agevolezza repertori cronologicamente più “antichi” rispetto alla data di costruzione dell’organo.
L’abbondanza dei fondi di 8’, invece, risulta assolutamente nei canoni dell’estetica del tempo.
Il principale di 16’ del Grand’ organo da una grande profondità all’amalgama; i principali di 8’ dei due corpi sono cantabili e ben definiti, secondo la tradizione tipicamente italiana. Le misture (piramide del ripieno) risultano gradevolmente “scure” e ricordano più quelle di tipo tedesco (in particolare quella del Grand’ organo). Più brillante, invece, quella del II manuale.
Per quanto concerne i flauti, quello del recitativo risulta assai presente e la sua bella intonazione lo fa assomigliare molto ad un flauto traverso (specie nel registro acuto). Molto bello anche quello di 4’ del Grand’organo, che richiama bene i flauti in ottava della tradizione italiana. Notevole il bordone di 8’ del Grand’organo.
I registri ad ancia sono presenti al Grand’organo con una squillante e potente tromba di 8’ (ottima usata solisticamente e di effetto grandioso nel Tutti) e un interessantissimo Corno a pistoni di 8’, simile ad un clarinetto, di bell’effetto solistico.
Al recitativo troviamo un oboe di 8’ e una voce corale soprani di 16’ (delicata, anche usata in combinazione col tremolo).
Particolarmente interessanti e di grande bellezza i registri violeggianti (viola d’amore, concerto violini, voce celeste e salizionalino 4’ del II manuale, gamba e dulciana del I manuale), tanto frequenti all’epoca, che, usati in varie combinazioni, rendono effetti soavi ed eterei alle molte pagine espressive scritte da illustri compositori coevi all’organo di G. Cavalli.
I quattro registri di basseria ( Contrabbasso 16´, Basso d´Armonia 8´, Violoncello 16´, Violoncello 8´) costituiscono un buon rinforzo nella tessitura grave dell’intero strumento.
Auguro di cuore che questo prezioso strumento, da oggi tornato a “cantare” le lodi di Dio in una rinnovata forma, possa continuare ad esser utilizzato in questa comunità parrocchiale sia nella Liturgia che in manifestazioni musicali che ne mettano in risalto tutte le potenzialità e la bellezza sonora.
Genova, 2 dicembre 2012
M° Luca Ferrari
Vice M° di Cappella ed organista aggiunto presso la Cattedrale di Genova